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Gli (Anti)Eroi di Oerth

Questa Tale riveste un’importanza speciale in più di un senso. Anzitutto è la 600ª Tale che Lavos-D scrive per Elfoladro, dopo una lunga pausa. Poi, come ormai è tradizione per le Tale a cifra tonda, si presentano i personaggi protagonisti di tante Tale precedenti.
Poi perché questa manica di desperados vive e combatte su Oerth, la prima ambientazione di Dungeons&Dragons, e ora esplora il mondo creato dalla fantasia di Gary Gygax. Dopo essersi fatti le ossa a Saltmarsh (specie in galera), hanno valicato la catena degli Joten, affrontato pericolosi culti demoniaci, visto le profondità delle montagne Crystalmist e presto esploreranno Greyhawk.
E poi perché questo è un gruppo longevo, formatosi quando un gruppo di pischelli chiese a Lavos-D di insegnare loro a giocare di ruolo. Di sicuro hanno imparato a divertirsi al tavolo, prima o poi impareranno anche a interpretare come si deve… forse.

In ordine più o meno sparso d’apparizione:

Ouija, elfa chierica di Corellon Larethian. Di grande coraggio, oltre che parecchio jellata, è rimasta uccisa nella Cittadella Senza Sole, ma la sua bontà ha persuaso l’alta sacerdotessa Lyra di Saltmarsh a resuscitarla. Non ha mai avuto l’opportunità di ricambiarle il favore, dopo che il suo giocatore si è allontanato. Paradossalmente, quel che ora rimane di lei è l’orecchio che un orco le ha tagliato e affumicato a mo’ di trofeo.

Il suo grido di battaglia: “Il mio orecchio verrà vendicato!”

Luthien, mezzelfa stregona. Spesso unica voce della ragione del gruppo insieme a Ouija e, probabilmente per questo, spesso e volentieri ignorata. Purtroppo la sua giocatrice ha smesso di partecipare alle sessioni, ma la ricordiamo con affetto per aver conquistato il cuore dei bambini di Saltmarsh… e per aver ottenuto in un pomeriggio più informazioni e risultati di quanto abbiano combinato i suoi compari con una rissa, una strage e due giorni in guardina.

Il suo grido di battaglia: “Spruzzo Colorato!”

Hudal “Occhio Grigio”, ora “Occhio Spento”, guerriero umano di Veluna, approdato a Saltmarsh insieme a Seaf. La sua vita di prode samurai guerriero LN ha presto subìto una brusca svolta: complice una spaventosa ustione al volto (e una jella nera ai dadi che hanno massimizzato il danno), si è ritrovato praticamente senza faccia, ma soprattutto senza vista, gusto e olfatto. Ha lasciato il gruppo per cercare un rimedio alla sua condizione. Il master ne approfitterà per riutilizzarlo come PNG nel modo più cinematografico possibile.

Il suo grido di battaglia: “Urlo furiosamente mostrando il mio viso sfigurato e riempiendo i cuori di paura!… Sono girato verso i nemici, vero?”

Nero, rude mercenario (guerriero) umano proveniente dalle insalubri brughiere di Blackmoor, assieme al suo fratello d’armi Ascheriit (e con tutto il buonsenso che manca a quest’ultimo). Prima si faceva chiamare “Egg”, finché non ha deciso che la vita di avventuriero permette di rinunciare alla pelata da militare e farsi crescere i capelli. Altra voce della ragione e una delle poche figure carismatiche. Rispetto ai funambolismi dei compagni, il suo stile di combattimento con scudo e armature pesanti manca di vistosità, ma spesso è stata l’unica cosa che ha permesso al gruppo di uscire vivo da battaglie tremende… in cui si erano andati a cacciare nonostante i suoi avvertimenti.

Il suo grido di battaglia: *commenti sarcastici sull’ultima scempiaggine dei compagni*

Maeb (pron. Miv), chierica umana CB di una divinità che si è inventata da sola. Nessuno ha capito per quale ragione una persona saggia ed equilibrata abbia deciso di viaggiare con un un’accozzaglia di pregiudicati dalla reputazione quantomeno ambigua. Probabilmente il fatto che a interpretarla è la fidanzata di un altro giocatore ha il suo peso… ma questo dovrebbe avere meno peso quando si prepara la scheda. Maeb riveste ora l’indispensabile ruolo di “quella che tiene in piedi il party a suon di cure, permettendo loro di combinare altre cretinate”.

Il suo grido di battaglia: “Uso l’incantesimo… quale? Anzi, uso quel talento lì.”

Daylen, mago umano assetato di sapere (e uno dei pochi PG con un ricco background). Se c’è una cosa buona che si può dire su Daylen, è che non ha paura di nessuno: pur di trovare le risposte che cerca è pronto a tartassare di domande chiunque, dai sapienti nanici agli arcimaghi di confraternita, passando per draghi (sic!) e PG con il pugnale facile. Questo lo rende una scopa in culpoco amato, ma il ragazzo ha le sue valide motivazioni per agire così e la sua lingua mordace gli ha fatto perlomeno ottenere il rispetto di chi non bada alla cortesia. Sfortunatamente, maghi e draghi amano la cortesia…

Il suo grido di battaglia: “Apro il grimorio, che resta sospeso in aria, lo sfoglio finché non si apre sulla pagina giusta, che sfolgora di luce, e urlo BRUCIATE SCIOCCHI! PALLA DI FUOCO!”

Tahafi, mezzelfo bardo in difetto di senso pratico. Con lui non ci sono mezze misure: le sue idee balzane sono o colpi di genio così astrusi che l’unica reazione sensata è applaudire, o trovate talmente ridicole da cacciare il gruppo nei guai fino al collo. Il suo amore per il fischietto anima-morti trovato in un dungeon rasenta il feticismo e non ha ancora capito che utilizzarlo è un atto malvagio. Per ora è l’orgoglioso proprietario di uno scheletro di squartatore grigio, ribattezzato “Tool” (utensile) perché lo usa anche per farsi grattare la schiena. Proviene da una nobile famiglia di Greyhawk, ma i suoi compagni ritengono che ne sia stato cacciato per la vergogna. In realtà Tahafi sarebbe una colonna del gruppo, se in ogni situazione spinosa il suo giocatore non tergiversasse per timore di sbagliare.

Il suo grido di battaglia: “Allora, prima ordino allo scheletro di difendermi, poi entro nello scheletro e lo indosso a mo’ di armatura ché tanto è di taglia Grande, poi inizio a cantare e… anzi, no, uso lo scheletro come scudo e poi lancio unto sulle piastrelle, anzi no…cosa posso lanciare… ritardo l’azione, posso?”

Seaf, halfling ladro/ranger/guerriero/qualcos’altro. Proviene da Veluna, ma non gli cambia molto. È involontariamente una copia fatta e finita di Belkar di The Order of the Stick: halfling minmaxato, devastante in battaglia, Caotico Malvagio fino al midollo (deruba vedove e orfani e gli piace pure), psicopatico e maniaco omicida. Oltre che soggetto alla maggior quantità di umiliazioni del gruppo. Capita, quando vai in avanscoperta da solo.

Il suo grido di battaglia: “Master, gli riesco a fare attacco completo furtivo con due armi?”

Ascheriit, giovane guerriero/barbaro ex mercenario delle terre di Blackmoor e protagonista assoluto delle scemenze delle scene buffe sulle Tale del sito, per cui andatevele a cercare. Fan sfegatato di Gatsu di Berserk e promotore dello stile “dark fantasy sangue&budella”, ha scoperto che fare il maniaco omicida in una cittadina non è una grande idea, quando tutti ti riconoscono come “il ragazzo con una spada colossale sulla schiena”. Eppure anche lui ha un lato umano, ora che si è preso a cuore la sorte dei ragazzi di un orfanatrofio (ha scannato i precedenti istitutori perché seguaci di un demone, ma tant’è…). Oppure è perché lì vive un giovane che potrebbe sostituirlo come PG se lui tirasse le cuoia? Tanto, con le nefandezze che combina, per ora è ancora CM.

Il suo grido di battaglia: “Entro in ira e gli salto addosso ruggendo e urlando MANGIATI QUESTA SPADA!”

Lavos-DM, illithid Dungeon Master al quale chiedono sempre di giocare in D&D 3.5. Da tempo dispera di dimostrare ai suoi giuovini virgulti (i PG) che giocare di ruolo comporta più interpretare che pensare ai poteri sulla scheda, ma, finché può sbizzarrirsi a inventare storie su Oerth e usare i moduli che voleva giocare da anni, non se ne lamenta troppo. E poi si fa delle gagliarde risate in compagnia.

Il suo grido di battaglia: “Ragazzi, parlate tra voi ignorando gli interlocutori, vi comportate da buzzurri, nel bel mezzo dei dungeon parlate con me, nel senso che ognuno fa per conto suo ignorandovi tra di voi… voi non siete malvagi, siete un branco di sociopatici!”

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