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DragonTrance

Capitolo I

Gli dèi hanno abbandonato Krynn. Ora, in realtà, non è che se ne volessero realmente andare. Fatto è che un certo sacerdote di Istar aveva fatto un po’ troppo il grosso e, per punirlo, le divinità (che evidentemente difettano di mira) gli hanno scaraventato contro un’intera montagna infuocata, permettendosi, dopo, di fare anche gli offesi perché i sopravvissuti al cataclisma non avevano ripreso a venerarli, ma piuttosto ad inveire contro di loro. Misteri di un popolo ingrato. Comunque sia gli dèi se c’erano non si vedevano e i pochi sacerdoti rimasti lo erano molto più di nome che di fatto. Insomma di miracoli non se ne vedevano più e gli avventurieri che morivano in terre lontane, rischiavano di rimanere morti… Leggi tutto »Capitolo I

Capitolo II

Ragionando delle fondamentali differenze tra prosciutto e bresaola, il gruppo di eroi, arricchitosi adesso della presenza di Goldmoon e Riverwind, decide finalmente di raggiungere l’ambita meta: Solace. Solace, la città famosa per i suoi vallenwood (sorta di alberi bonsai, larghissimi ed estremamente bassi) tra i cui rami la popolazione ha costruito le proprie abitazioni. Una caratteristica questa, che l’ha rapidamente resa meta di grandi flussi turistici. Numerosi i tour organizzati che, prima di mirare i vallenwood, non esitano a fare sosta nelle altre attrattive della città: la bottega del fabbro e la locanda dell’Ultima Casa. A pensarci bene non è che poi ci sia tutto quel gran vedere a Solace. Il che dimostra quanto può fare una campagna pubblicitaria ben… Leggi tutto »Capitolo II

Capitolo III

Sommersi dalla polvere accumulatasi durante i cinque anni di completo abbandono, i nostri eroi si predispongono a passare la notte nelle rispettive abitazioni. Unico disturbo del riposo, l’insistente litania di Caramon che cerca di convincere Tika a passare la notte con lui. Tentativo che non avrà successo causa: a) il fratello Raistlin che non vuole b) Tika che, in barba a tanga e moine, sostiene di non essere pronta o, in alternativa, di essere troppo giovane. Il risveglio è però funestato da un pressante quesito che sconvolge il gruppo: “Qual’è la differenza tra asino, somaro e ciuco? E soprattutto, che ruolo ha il cavallo in tutto questo?” La discussione, che coinvolge tutti durante la colazione, si fa particolarmente accesa e… Leggi tutto »Capitolo III

Capitolo IV

Dopo un po’ di tempo e non senza qualche difficoltà, il portentoso unicorno riesce a far capire alla compagnia che l’Essere Supremo (chiunque sia) desiderava che essi varcassero le montagne Eastwall, attraversando le pianure della Polvere fino alla lontana città di Xak Tasaroth, situata in mezzo alle Terre Maledette. “Là troverete il più grande di tutti i tesori” pone l’animale a ciliegina sulla torta. Tale viaggio avrebbe anche dovuto compiersi, per misteriosi motivi, entro due giorni. Frastornati e sempre più in balia degli eventi, i nostri eroi si accingono a partire in groppa ad uno stormo di Pegasi. Ma poco potranno raccontare del meraviglioso volo, poiché tutti, stranamente, cadono in un sonno profondo… Svegliati di soprassalto, si trovano ai piedi… Leggi tutto »Capitolo IV

Capitolo V

Purtroppo per i nostri eroi, i tizi incappucciati hanno la misteriosa abitudine di lanciare l’incantesimo “ragnatela” ogni tot di tempo lungo i bordi delle strade che percorrono. Completamente invischiati dalla viscida sostanza, il gruppo sostiene un lungo e sostanzialmente surreale interrogatorio. Gli esseri, che insistono a nascondere il viso nei loro cappucci, nonostante tutti i presenti li abbiano riconosciuti quali famigerati draconici, dichiarano di essere anche loro alla ricerca di un misterioso bastone che è stato trafugato da un loro tempio da un ladro. Preso da parte Riverwind, i nostri eroi gli chiedono di nuovo dove diavolo ha trovato il bastone che sta portando adesso Goldmoon. Offeso nell’amor proprio Riverwind sostiene fiero di essere sicurissimo di non averlo rubato… o… Leggi tutto »Capitolo V

Capitolo VI

  Il combattimento si rivela sorprendentemente breve e tutto sommato semplice. I mostri vengono eliminati rapidamente e anche la loro abitudine di tramutarsi prima in pietra e poi in polvere, una volta deceduti, non da nessun problema, se non un leggera noia nell’attendere il passaggio alla polvere per poter recuperare la propria arma. Per procedere più velocemente verso una missione già probabilmente destinata al fallimento, i nostri eroi decidono quindi di impadronirsi del carro dei sedicenti monaci, si fiondano quindi tutti sopra salvo scoprire che il carro è trainato da un allegra coppia di cervi. Improvvise immagini di un tizio barbuto e vestito di rosso che svolazza per i cieli sconvolgono per un momento le menti del gruppo. Ripreso però… Leggi tutto »Capitolo VI

Capitolo VII

  Abbandonato il fumante villaggio, i nostri percorsero poche centinaia di metri quando si trovarono di fronte ad uno strettissimo passaggio. Lì furono costretti ad abbandonare carro ed alci e proseguire a piedi, il loro tragitto illuminato dalla bianca luce della luna Solinari. Dopo un ulteriore breve tragitto, Sturm avvisò i compagni di aver notato un bianco sentiero stagliarsi tra le ombre, invitandoli a percorrerlo. Tale dichiarazione di Sturm venne, in un primo momento, poco considerata dagli altri avventurieri, oramai avvezzi alle visioni di cose generalmente bianche che il guerriero tendeva ad avere da qualche giorno. Successivamente, però, il gruppo decideva di intraprendere questa nuova via, incuriositi anche dal fatto che, per quanto essi si stessero già dirigendo ad est,… Leggi tutto »Capitolo VII

Capitolo VIII

  Parve loro di aver fatto solo pochi passi, quando da dei cespugli che nessuno aveva notato, in quanto altamente improbabili in una palude, spuntarono fuori altri draconici! Ma questi erano decisamente più furbi degli altri… Addormentato infatti con un incantesimo sia Raistlin che Tasslehoff, procedevano a immobilizzare anche Caramon grazie alla consueta “Ragnatela”, stavolta lanciata ad oc. Sturm, chiamati a se gli spiriti dei padri, dei nonni e anche di qualcun altro che non c’entrava niente, ma passava di lì in quel momento, lanciò il suo possente urlo di battaglia “Ost Minerus…ehm… Mas… uhm no… ok… L’Onore è La Mia Vita!” e caricò a testa bassa le turpi creature. Peccato che tale sfoggio di indubbia virilità fosse costretto ad… Leggi tutto »Capitolo VIII